03 febbraio 2008

Le fatiche dei marinai

Ci siamo. Dopo 2 anni di permanenza nelle piccole Antille, siamo finalmente partiti per la seconda parte del nostro giro del mondo.
Salpata l'ancora a metà gennaio da Grenada contiamo di arrivare all’arcipelago di San Blas entro la fine di maggio.
Le miglia sono pochine, poco più di mille. Rimane quindi molto tempo per il relax e per qualche viaggio in terraferma.
In questo momento siamo a P.to La Cruz, in Venezuela, ed arriviamo da 2 settimane di isole deserte. Ecco una breve cronistoria:
Con grande emozione e aspettative altissime Kudra lascia Grenada con a bordo noi 3 e gli amici Fabio e Camilla (l’equipaggio che ha condotto Kudra l’anno scorso mentre Simo partoriva…) , mentre Ale e Moni sulla loro Nicolandra navigheranno al nostro fianco, per il piacere di stare in gruppo e per aumentare la sicurezza del viaggio (in Venezuela ogni tanto i pirati attaccano barche isolate).
Prontipartenzavia! Il 16 gennaio al tramonto salpiamo l’ancora con prua a sud ovest, destinazione Los Testigos, 3 isolette perse nel mar dei Caraibi dove arriviamo dopo una nottata tranquilla per il poco vento e il poco mare.
E lo spettacolo inizia. L’isola principale, l’unica ad offrire ormeggi sicuri, si rivela bellissima. Alta un centinaio di metri è ricoperta per una vasta area da sabbia. Una megaduna che passa da parte a parte l’isola e crea uno spettacolo incredibile.

Tra bagni, passeggiate e babysittering, troviamo anche il tempo per del sano baratto coi pescatori locali. 2 birre = 1 polpo; 1 pepsi, del cioccolato e poco altro = pesce per tutti!
E la storia si ripete. Al tramonto del 4° giorno alziamo nuovamente le vele e mettiamo prua a nord ovest, destinazione Blanquilla, piccola e bassa isola abitata da un distaccamento della GuardiaCostal e da qualche pescatore.


Al mattino, ormeggiate le barche nella baia principale, prendiamo contatto con la guardia costiera, rappresentata da un piccolo contingente piazzato nel mezzo del nulla dell’isola; ma solo il giorno successivo verranno a bordo per i controlli (si fa per dire…) e darci finalmente il “foglio di via” che servirà poi.
A questo punto cambiamo ormeggio e ci piazziamo sottovento l’isola, davanti a una serie di spiagge fantastiche.


Anche qui non ci resta che rilassarci e dedicarci all’esplorazione (subacquea) alle passeggiate e al cibo!
Eh si, perché sia su Kudra che su Nicolandra i fornelli sono sempre accesi e le menti prolifiche delle signore di bordo non smettono di nutrirci con prelibatezze!
Che vita faticosa! Non vi dico la forza di volontà che serve tutti i giorni per alzarsi da tavola e raggiungere l’ombra della palma in spiaggia…
Per non parlare dei pericoli di cui sono disseminate le isole: iguane, pellicani e…cactus! L’isola è talmente ricoperta di cactus che, nonostante le sofisticate e costosissime attrezzature da esplorazione di cui disponiamo, i nostri prodi tornano feriti terribilmente.


All’apice dello stress da navigatori in vacanza decidiamo dunque di lasciare l’isola in cerca di nuovi orizzonti.
Ci aspettano una sessantina di miglia, andatura al lasco, per raggiungere Tortuga; ancora poco il vento previsto.
E ora parte la confessione: Nicolandra (42 piedi) si sta dimostrando più veloce di Kudra (47 piedi…).
Si naviga con lo stesso passo ma quando ci vien voglia di mettere un po’ d’acqua fra le 2 barche non riusciamo a staccarci dalla rossa.
All’alba e ormai prossimi all’arrivo a Tortuga Nicolandra riesce a passarci. Scatta il tutto per tutto e, a 10 miglia dall’arrivo, alziamo spi nella leggera brezza mattutina.


E pian pianino li ripassiamo e giungiamo “primi” a Tortuga. Che fatica! Ci serviranno almeno 3-4 giorni fermi per recuperare le energie!
Non so bene come descrivere Tortuga. Vi dico solo che la mia reflex digitale non riesce a bilanciare il bianco della sabbia e le foto in automatico vengono sovraesposte!!


Il secondo giorno, stanchi morti per il movimento di mandibole a tavola decidiamo di cambiare ormeggio e ci spostiamo a Cayo Herradura, una anonima mezzaluna di sabbia bianca corallina contornata di reef e pesci colorati. ‘na schifezza!






Qui incontriamo una barca di amici, coppia giovane con 2 bimbi di cui 1 nato in barca (9 metri). Anche loro si stanno spostando pian pianino ad ovest.Sono tante le barche che seguono questa rotta, comoda e facile, saltellando tra le isole. Tuttavia poche sono quelle che si incontrano. Nelle baie difficilmente si sale oltre le 5-6 barche.

E meno male, dopo anni di Antille dove gli ormeggi disabitati sono l’eccezione!


Intanto i giorni sono trascorsi numerosi e ormai la partenza di Fabio e Camilla è prossima.
Ci apprestiamo dunque ad un’ultima navigazione che ci porterà a P.to La Cruz, dove li saluteremo.
Usciamo dall’ormeggio contornato di reef con la prima luce della luna calante; le condizioni meteo sono però troppo deboli e ci obbligano a 8 ore di motore e poca vela. Noia.
Si chiude con l’atterraggio a p.to La Cruz questa prima fase esplorativa.
Salutiamo gli amici in partenza e, ancora con gli occhi pieni dei blu dell’oceano, cominciamo ad organizzare l’esplorazione dell’interno, che si preannuncia densa di emozioni!
Inutile dire che dovremo smaltire le enormi fatiche dei giorni precedenti con cure di sonno, tuffi in piscina e BBQ!

Buon vento a tutti!!

Matteo

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Nei momenti di stanchezza e sconforto pesante a noi,nebbia pioggia e freddo.Grazie per le splendide foto mi ricordano un po' il mare.A presto Paolo Selly

Anonimo ha detto...

E pensare che noi siamo in quel di Milano aspettando che la Giulia si decida a nascere. Un pò di sano smog, relax a tutto andare, e il sole che fa capolino dalla finestra del quarto piano di via castel Morrone. Lo sappiamo di essere un pò crudeli nel parlarvene ma insomma...tenete duro!
Un abbraccio
Serena, Mario e Giulia chissà...

Anonimo ha detto...

Siamo ancora noi,quelli del commento di sopra, siete proprio senza pietà. Questa è la verità. Unica.

Ciaooo
S. M. & G.

Anonimo ha detto...

Ciao raga.. che spettacolo la Greta, sono contento che tutto vada per il meglio e che le mete siano sempre più ambiziose. Per me siete la dimostrazione che tutto è possibile, basta volerlo!
Io sono di nuovo signorino, domenica 3 ho spedito la famiglia al paesello per il capodanno cinese,, dice che Vanni Yang è felicissimo nonostante il freddo.. io sono in crisi di astinenza da 2 ore dopo la partenza..
un bacio euforico Beppe

Anonimo ha detto...

Ciao Teo
Greta è veramente splendida complimenti a tutta la famiglia ti lancio una palla di neve vi aspettiamo in Valtellina per una sana polenta e slittata.

Un abbraccio Anna + Stefano e famiglia

Anonimo ha detto...

l'invidia corre livida nelle nostre vene ma siamo molto contenti per voi! greta è bellissima e pepera è proprio una bimba fortunata! commento spezzino di monica e dona