03 aprile 2008

Los Roques

Ciao a tutti

A 2 mesi dal precedente post vi chiederete che fine abbiamo fatto e perché non abbiamo pubblicato più nulla. Beh, la pigrizia e l’assenza cronica di internet ci hanno un po’ tagliato le gambe…

Ma veniamo al dunque, perché mi prudono i polpastrelli e ho tante cose da raccontare.

Lasciata P.to La Cruz subito dopo l’avventura in Gran Sabana, Kudra e Nicolandra hanno messo la prua su Tortuga, dove eravamo già stati e dove siamo rimasti qualche altro giorno per godere appieno dei meravigliosi cayos Herradura e Tortuquillos.

A bordo di Kudra ci siamo sempre noi tre e…il mitico Fabio, che ancora una volta è riuscito a sganciarsi dagli impegni e si unito a noi.

Fatto il pieno di bagni e di sole ci apprestiamo alla “lunga” navigazione che ci porterà a Los Roques, una delle ultime meraviglie del mondo marino. 100 miglia facili, al gran lasco, che maciniamo in una quindicina di ore. Al mattino siamo in vista del “lato” sud, che lasciamo scorrere sopravento.


Los Roques è un arcipelago corallino molto esteso e variegato, decine di isole basse e da sogno e una vastissima zona non navigabile per i bassi fondali non cartografati.

Paradise…ma il pericolo è sempre in agguato, per navigare in sicurezza è necessario avere sempre il sole alto e possibilmente alle spalle, per capire dai colori dell’acqua dove sono i pericoli sommersi.

Poche altre miglia e comincia dunque il gioco degli allineamenti e della navigazione a vista.

Atterriamo nella parte sud ovest dell’arcipelago, a dos Mosquitos, ma una barra di corallo invisibile di un miglio ci taglia la strada e bisogna sperare che l’allineamento segnato sulle carte sia corretto per centrare i 20 metri di pass… bussola inchiodata sui 60°, prua su due palme spelacchiate, sole basso e in faccia, esattamente come non si dovrebbe fare…quindi proseguiamo fiduciosi e centriamo il passaggio…welcome to Los Roques!

Da questo momento in poi il tempo diventa una dimensione talmente approssimativa da essere dimenticato: l’unico punto fermo sarà la data di sbarco di Fabio (tra 5 giorni!) che deve volare da Camilla e dalla sua barca “Yemanja in blu”. Per il resto Los Roques sarà un capitolo della nostra vita che a dire il vero non si è ancora concluso.

Da dos Mosquitos in poi le giornate si susseguono, morbide come un materasso in lattice, tra albe e tramonti, piccole navigazioni, pranzi e cene da leccarsi i baffi, cambi pannolini, bagni, esplorazioni di reef, monitoraggio denti Greta, risate in compagnia e tanti tentativi di pesca…a vuoto.

La pesca a vuoto è una tecnica sofisticatissima che abbiamo affinato nel tempo. Consiste nel fare di tutto per pescare il nulla assoluto. Bisogna essere molto bravi, precisi nel preparare lenze ed esche, naturalmente ci vuole anche una buona dose di fortuna, perché pescare niente è difficilissimo!

Con poca modestia posso dire che nel tempo abbiamo acquisito una sensibilità tale da ritenerci ormai degli esperti. I record si sprecano, e i mesi passano senza che alcun pesce arrivi nel pozzetto di Kudra.

Ma torniamo a noi.

Lasciati i dos Mosquitos comincia la lunga serie di nomi esotici: Cayo de Agua, Carenero, Sarqui, Espequi, Noronquises, Crasui, Francisquis…

3 giorni qui, 4 la, poi un po’ più a nord, quindi qualche giorno a Gran Roques (l’unica abitata e con copertura telefoni, internet, supermercati…); e di nuovo a sud, poi a ovest ecc ecc…

E una volta viste tutte? Beh, non resta che ricominciare, perché è difficile stancarsi di questi posti.

A variare un po’ la routine di Kudra e Nicolandra ci pensa DamishaRidda, la barca di Patrizia e Guido, che Ale e Moni avevano conosciuto ancora in Italia e che avevano reincontrato non ricordo dove.

La flotta sale quindi a 3 barche, e aumentano in proporzione anche i pranzetti e gli spunti culinari da approfondire.

Solo l’aspetto culinario meriterebbe molti post! Non vi dico, tra pasta fresca, gnocchi, torte, pane, pizze, sformati, carpacci, sushi-sashimi, e quanto di più buono può venirvi in mente!!!

Ci viziamo e straviziamo: Simo, Moni e Patrizia che fanno a gara a chi consuma più gas!

Vediamo ora la giornata tipo di questa banda di barcaioli:

Sveglia: Kudra alle 7 con sirena da nebbia, resto del mondo…quando capita.

Colazione: verso le 8, ma le donne sono spesso a terra per lezione di Yogurt…oppps, Yoga.

Liberi tutti fino alle 12

Pranzo: in compagnia oppure ognuno per se ma…fornelli accesi, vino in frigo, aperitivi pronti in pozzetto

Opzione A (ognuno per se): pranzo leggero per agevolare il bagno pomeridiano

Opzione B (tutti insieme): pranzo medio/pesante, 3 portate, caffè, ammazzacaffè, lavatazzina e programmazione del menù serale

Dopopranzo: pennica sindacale per tutti (su Kudra solo se la contessa Alfonsina Gretoletti schianta prona almeno una mezzora)

Pomeriggio: liberi tutti con opzione esplorazione reef

Tramonto: aperitivo imperiale collettivo.

Cena: all-together-now dopo le 8 (Greta si stacca come un salvavita e concede serata libera) e riempimento stomaco della serie: fin che ce n’è, viva il re!

Dopocena: degustazione di rhum ed eventuale proiezione film (tra le tre barche abbiamo probabilmente oltre 400 films)

Potete ben capire che con una vita così intensa alle 10 siamo tutti con l’occhio pallato a mezz’asta sognando la branda…

La svolta nei ritmi di vita si è avuta quando abbiamo deciso di cambiare tecnica di pesca e di passare dal nulla al qualcosa… ore ed ore di interminabili riflessioni su quale esca, quanta lenza, probabilità di catturare le prede.

Sono quindi cominciate le uscite, mattutine e serali, a bordo di uno o due tender, finalizzate esclusivamente alla pesca.

E finalmente, dopo circa 30-40 litri di benza consumati per nulla, abbiamo capito che le esche erano troppo grosse. A questo punto Guido ha sfoderato una scatoletta con gli ami giusti. Abbiamo avuto allora i primi risultati: pochi piccoli infanti di pesciolini rossi…buonissimi!!!

Non mettetela sull’etico/sportivo, per favore. Eravamo in astinenza forzata da mesi e quindi anche un paio di piccoli di acciuga erano meglio che una legnata nelle gengive!!

Fatto sta che siamo riusciti anche a collezionare 8 pescetti (2 kingfish, 1 ricciola, 5 sconosciuti) in 2 soli giorni e a farceli fuori tutti in un solo pranzo: tutti crudi!!!


Pochi giorni fa invece ci siamo dovuti separare a malincuore da Guido e Patrizia, che hanno ripreso la loro navigazione verso ovest, e che ora saranno a Les Aves o alle ABC. Buon vento ragazzi, è stato un piacere conoscervi e stare un po’ con voi!!!

Per quanto ci riguarda siamo entrati in vera emergenza gas. Incubo! L’umore a bordo è subito sceso sotto le sentine e abbiamo dovuto prendere il problema di petto.

Abbiamo allora scoperto dopo mille ricerche che le nostre bombole Camping-gaz qui le possiamo anche buttare. Usano si lo stesso gas, ma in bombole ben diverse e non di facile reperibilità.

Ma proprio un paio di giorni fa un buon uomo ci ha venduto a caro prezzo una delle sue.

Meno male, perché non si può mica stare col forno spento più di 2 giorni, no?

Viva la panza piena e la cambusa stracolma!!

Matteo

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